07 gennaio 2007

Tra parole, gestualità, immagini e suoni la performance di Nicola Frangione a Rionero in Vulture

[riflessioni -4]

Si è tenuta a Rionero in Vulture la performance di uno dei più noti e affermati artisti italiani e internazionali. L’evento brillantemente coordinato dalla critica d’arte Elena Schifino è stato organizzato in sinergia dalle Associazioni Skenè, La Cetra e la Lira, LucaniArt, il Teatro “La Piccola”, la Città di Rionero in Vulture.
Nicola Frangione è un artista poliedrico e sfaccettato, un performer che sperimenta sul palcoscenico la contaminazione di varie tecniche e linguaggi espressivi, dalla poesia alle immagini, dalla musica alla gestualità, tentando un superamento di quelle barriere che solitamente dividono la poesia dalle altre arti performative.
Lucano di origine, vive a Monza, dove porta avanti da decenni un personale e originale lavoro di ricerca nel campo musicale e della poesia, dando da sempre un forte contribuito all'affermazione, in Italia, di questa particolare forma d’arte.
Nella sua performance rapporti orali e trasversalità sonore tenutasi il 4 gennaio al Teatro “La Piccola” di Rionero in Vulture, Frangione ha posto al centro dell’attenzione il corpo, come elemento espressivo fondamentale di quella parola interiore che anima i nostri abissi più inconsci e reconditi
“Il corpo come materia pulsante, come presenza vibrate, come vertigine sensoriale, come nodo inestricabile di misteriose tensioni sa rivelare talvolta quelle voci che animano gli abissi delle infinitudini interiori, esse premono negli alveoli e percorrono gli interstizi risalendo lungo fasci di nervi, affiorano, scabre, da quelle insondabili cavità, dove il flatus si stringe all’anima e con essa si confonde” così descrive la gestualità di Frangione il poeta e performer Giovanni Fontana.
Uno spettacolo che dà “voce” alla parola, quello messo in scena giovedì sera dall’artista, alla parola che diventa azione, consapevole della sua pasta sonora, delle sue rotondità e dei suoi spigoli, alla parola riproducibile e moltiplicabile, esplorata in tutte le sue declinazioni di tono, visive e performative, nel tentativo scardinare il concetto tradizionale di poesia per legarla all’azione, al suono, attraverso la fisicità ambientale e naturale della voce. Ed è in questo processo che il corpo passa da intermediario e diviene oggetto stesso della poesia totale.

“… l’ideale formato della comunicazione sarà la poetica dell’azione
autenticità in funzione per una poesia totale”
(da Introduzione Nomade di Nicola Frangione)

Non solo voce, gestualità, ma anche immagini e musica convergono nella performance di Frangione, in un sottile gioco d’interazione tra parola, gesto e visioni, che ha l’obiettivo di coinvolgere e stimolare il processo intuitivo dello spettatore, creando con esso una circolarità empatica ed emotiva.
Le immagini e i suoni entrano in scena attraverso una videoproiezione che accompagna l’interpretazione partecipata dell’artista lucano. Si tratta di “partiture visive” che vivono in un gioco immaginario e combinatorio di azioni, immagini e narrazioni.
Gioca anche con l’elemento ludico il performer lucano e con una molteplicità di oggetti della quotidianità che si prestano a sfaccettate interpretazioni figurate e simboliche.
L’evento si è concluso con una conversazione “familiare” del pubblico con Nicola Frangione, che ha assecondato le curiosità e le domande dei tanti spettatori presenti in sala ed entusiasti della performance.

by Maria Pina Ciancio

Nicola Frangione
Direttore Artistico del Festival Internazionale di Performance
Art e poetiche interdisciplinari "ART ACTION" di Monza
web-site www.nicolafrangione.it
(foto in alto di Vittoria Pietragalla)

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