12 dicembre 2006

Le letture poetiche di Paola Loreto e Stefano Raimondi al LucaniaPoesiaFestival di Rionero

[riflessioni -3]
Con gli interventi di Paola Loreto e Stafano Raimondi si sono conclusi gli appuntamenti inseriti all’ìnterno della manifestazione culturale Voci e Suoni dal Vulture (incontri del LucaniaPoesiaFestival 2006). Le letture dei due poeti si sono tenute l’ 8 e 9 dicembre al Teatro “La Piccola” di Rionero in Vulture, alla presenza di un pubblico attento ed entusiasta che si è lasciato coinvolgere dalla poesia dei due giovani artisti lombardi.
(8 dicembre 2006)
La serata dedicata alla poetessa Paola Loreto è stata introdotta da Stefano Raimondi che ne ha sottolineato la florida attività letteraria e il suo percorso evolutivo. La Loreto ha iniziato il reading leggendo alcune poesie raccolte nella sua opera prima L'acero rosso (Crocetti, 2002) simbolo di bellezza che ritornerà più volte nei suoi versi come approdo temporale e ciclico riappropriarsi del senso fiorito della vita: "Portarti all'acero/ rosso,/ disteso e largo/ nell'orto./ Lucore ardito,/ trasparente nell'aria./ Narratore onnisciente/ di ciò che c'importa". L’autrice, con voce dolce e decisa, ha poi raccontato della sua seconda opera Addio al decoro (Lietocolle, 2006) in cui tenta un’emancipazione dal pudore che avrebbe potuto rappresentare un ostacolo per il verso, per la sua portata di verità, e arriva ad impastare la poesia alla carnalità: "Non serve un inizio,/ di nuovo, perché non/ trascorre adesso. Sei/ dentro di me e sei tu/ il tempo, la luce/ che chiudo negli occhi,/ il senso che sento/ passare la carne". La serata è proseguita intervallata dalla musica dell’Acustic Sound Trio, e dalla lettura di versi inediti che comporranno l’opera “La memoria del corpo” che uscirà presso l’editore Crocetti nel 2007. Paola Loreto ha poi risposto con puntualità e naturalezza alle varie domande poste dal pubblico e ha raccontato della sua passione per la poesia di Emily Dickinson, la quale influenza è leggibile nei suoi versi puliti, verticali e densi. Una poesia di spessore quella della Loreto, che affascina e riempie di quel senso carnale e intimo del vivere, che lambisce le crepe dell’esserci riconoscendole e accettandole in un dettato appassionato e saggio, segno di un’anima evoluta che sa riproporsi appieno nella sua scrittura. Senz’altro come conseguenza di fatti biografici, l’autrice arriva a descrivere quel passaggio di rinascita, che l’accettazione del lutto provoca quando si compie in una vita, e allora chi si incrocia in un destino comune diviene un miracolato: "Li vedi quelli che disgrazia/ li coglie: hanno un solco nella/ faccia che non sanno più/ colmare e gli zigomi alti/ a pelle tesa del tamburo./ Non gli ridono gli angoli degli occhi/ e non gli vengono i secondi pensieri/ perché cercano i primi. Ma vanno sereni. Non c’è strada/ che non abbiano percorso, né meta/ che gli manchi di doppiare". Appare chiara la parola poetica della Loreto, ancor di più negli ultimi componimenti, dove volutamente fuoriesce dalla sua pasta intima e attraversa con sottile ironia il confine fra sé e il mondo, grazie anche ad interessanti nuovi elementi corporali, più volte ritornanti, quali “mani capaci” in viaggio.
(9 dicembre 2006)
E’ stato presentato da Paola Loreto Stefano Raimondi che ne ha tracciato un attento e colorito profilo bio-bibliografico, evidenziando soprattutto le tante iniziative che il poeta sostiene da sempre in modo attivo a favore della divulgazione della poesia tra la gente e i giovani, con interessanti incontri periodici in libreria, nei bar e nelle scuole. Altro aspetto su cui la Loreto si è soffermata nel corso della presentazione è stata l’importanza che la “città”, esplorata in tutti i suoi connotati reali e metafisici riveste all’interno della sua produzione letteraria a partire da Invernale la plachette poetica edita da Lietocolle nel '99, fino alla recente pubblicazione in prosa poetica "Il mare dietro la città".
La lettura di Stafano Raimondi è stata intervallata da annotazioni e riflessioni personali e da intermezzi musicali eseguiti dal gruppo Hot Jazz Trio. Il poeta milanese ha aperto la serata con una toccante e commovente lettura dei versi tratti da La città dell’orto, libro scritto durante la malattia e la perdita del padre “Così non ti ho mai abbracciato/ così sottile e nudo, così legato/ tutto rannicchiato, infastidito/ fin dentro al mio petto./ Non ti ho mai abbracciato così/ e forse tu neppure t’aspettavi tanto/ fiato rotto, tanta pietà.” Un momento magico in cui l’autore ha espresso con i versi tutta la forza, la gioia e le contraddizioni di essere figlio. Una lettura quella di Raimondi che ha sfiorato i toni alti della devozione e della preghiera. La scelta si è poi spostata su un raccontare più lieve e discorsivo, con la presentazione di stralci di prosa-poetica tratti dall’ultimo libro Il mare dietro l’autostrada, un’operetta che lo stesso Raimondi ha raccontato essere legata ai ricordi della sua adolescenza, ai primi amori e alle prime scoperte del corpo, e precisamente all’agosto del 1974 quando le famiglie Milanesi si spostavano in “comitiva” per le vacanze al mare sulla riviera Romagnola “Ci si prepara in tempo, in una notte per partire. Il viaggio sarebbe stato lungo, come tutto il respiro caricato fin sopra i portapacchi. Si parte per il mare al primo colpo di sonno. Si butta tutto dietro il sedile nero della Prinz, anche noi pieni di voglia di arrivare. E’ lì il vero mare che inizia…”. A conclusione di serata Raimondi ha omaggiato il pubblico presente della lettura dei suoi ultimi inediti. Belle e intense poesie in cui ritorna nuovamente quel tema metropolitano tanto caro all’autore, fortemente e fermamente legato alla sua Milano. Versi che il poeta stesso ha presentato come inquadrature in situazione di interni ed esterni della città, osservata e colta nelle sue diverse sfumature, nei suoi drammi e nelle sue tragedie. Versi che il pubblico lucano ha apprezzato in tutta la sua bellezza, consapevole che il linguaggio della poesia ha in sè i connotati del vero e del condiviso.
Con le letture di Paola Loreto e Stefano Raimondi si è concluso a Rionero un appuntamento ormai fortemente consolidato in Lucania e di ampia risonanza nazionale. Il Festival “Voci e suoni dal Vulture” giunto alla sua Terza Edizione è stato organizzato dall’Associazione Culturale La Cetra e la Lyra con la collaborazione con altri Enti, ma soprattutto grazie alla passione e all’entusiamo di Antonio Savella e Antonio Libutti.
(in alto Stafano Raimondi e Paola Loreto- foto by Mapi 2006)
by Maria Pina Ciancio - Maria Luigia Iannotti

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1 Comments:

Blogger LucaniArt said...

La conversazione in corso è stata spostata al post http://lucaniart.blogspot.com/2006/05/maria-luigia-iannotti-radici-di-vento.html

9:11 PM  

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