12 novembre 2006

Tra luce e ombra Francesca Zito ci racconta il suo sguardo interiore sulle cose

[riflessioni -1]

" La luce ha un'anima e la fotografia è la scrittura del dialogo tra luce e ombra" (V.Storaro)
Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo, tuttavia solo poche catturano i nostri cuori: quando fotografo tendo a seguire ciò che riesce a destabilizzarmi (perché diverso e altro da me) o ciò che m’ispira profonda empatia. Ho sempre pensato che ciò che vediamo delle cose non sono soltanto le “cose”, infatti se guardiamo bene, riusciamo a trovare qualcosa di bello anche nelle cose più brutte. La meraviglia è in noi, non nelle cose. Lo stupore interiore è la molla di ogni scoperta. Guardare le cose da un altro punto di vista offre sempre scenari inaspettati e la fotografia è esattamente questo per me. Anche se credo che non è tanto importante da dove si guarda, ma come si guarda. A volte nemmeno ti accorgi che le cose più belle le hai proprio lì, a portata di mano. Sono talmente vicine a nostri occhi che non le vediamo.
Fotografare è comunicare, i grandi fotografi sono in grado di raccontare agli altri, io racconto a me stessa. Una fotografia infatti per me altro non è che il prologo di un romanzo, l’incipit di una poesia, l’intro di una melodia, la prima inquadratura di un film, un mio personale racconto interiore. Con la fotografia mi racconto delle storie. Perché come scriveva Baudelaire: “L’immaginazione è la prima fonte di felicità.”
Diventa un onore riuscire a raccontare anche agli altri. Le rare volte che involontariamente ci sono riuscita mi sono commossa, perché riuscire a toccare le corde di un’anima è sempre un dono ed una profonda responsabilità.
Ho svolto svariate attività nella mia vita e mi sono persuasa che il modo migliore per indagare se stessi è confrontarsi con gli altri. Guardare, ascoltare. Attraverso la macchina fotografica questo scambio non si esaurisce mai. Perché sempre la vita ci mette davanti qualcosa di nuovo. Dietro il mirino aspetto che qualcosa o qualcuno, una voce, un profumo, una visione mi venga a cercare e mi trovi preparata per cogliere un istante.
La mia idea interiore di comunicazione fotografica e non parte dai pensieri di due grandi scrittori: Baricco e Calvino.
Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. Qualcosa come due cose che si toccano - gli occhi e l'immagine - uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l'unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare - vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere - sola innocenza che potrebbe prevenire le ferite delle cose quando da fuori entrano nel cerchio del nostro sentire-vedere-sentire- perché sarebbe nulla di più che un meraviglioso stare davanti, noi e le cose, e negli occhi ricevere il mondo - ricevere - senza domande, perfino senza meraviglia - ricevere - solo- ricevere - negli occhi - il mondo. (A.Baricco)
Sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze. (da Lezioni americane - Italo Calvino)
[in alto a sinistra foto di Francesca Zito -VoltoGiovanissimo, Noepoli - PZ 2004]
by Francesca Zito

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

E' dell'artista riuscire a "vedere" cose che altri non sono capaci di cogliere. Le colgono soltanto quando l'artista le mette in evidenza.
per questo molti dicono che dell'artista non bisogna fidarsi per le sue capacità di "mettere a nudo" i pensieri piu nascosti.

Ciao Rosario

8:34 AM  
Blogger LucaniArt said...

Foto di Francesca le troverete all'indirizzo http://losguardocheresta.leonardo.it/foto

3:36 PM  

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