07 maggio 2006

Il romanzo storico di Domenico Mancusi

[percorsi -3]
Storia di un'anima tra il Pollino e lo Jonio
"A capo di un anno dai tragici fatti di Favale mi venne in sogno Teodoro, mio marito. Mi destai presto, giacchè l’alba improvvisa penetrò dalla finestra e mi sciolse negli occhi un raggio di sole. Il sogno si rabboccò all’aria scura della stanza e subito scomparve passando la parete da una feritoia. Respirai forte tenendomi la mano sulla fronte e rimasi immobile sul letto per trattenere l’immagine. Teodoro era venuto vestito da frate e accompagnato da un Arcangelo: aveva gli occhi chiusi e la faccia patita da grande ansietà. Il corpo tutto era tornito dal dolore e il volto mesto di chi nasconde il male apparente. Tra le mani muoveva un vecchio libro ben ornato a intarsi di legno. Passava le pagine ad una ad una: non vi era impressa alcuna memoria. Se ne stava muto, abbarbicato a una pietra fessa della parete e sembrava giocare una strana legge del silenzio. Poi, nella sua estasi mi parlò con riguardo: “Finchè su queste pagine non arriverà la storia dei fatti nefandi accaduti nel castello Morra, la mia anima sarà una malombra, una parola perduta tra le altre anime. Sarà il cieco oblio della cecità: l’angoscia, l’eco della paura."
Il racconto è di Giuditta, la governante mora a servizio della famiglia Morra, in un clima cinquecentesco di pregiudizio, magia, intolleranza religiosa. Con il romanzo dello scrittore lucano Domenico Mancusi Sotto un cielo piccolo, già Premio Selezione “Italo Calvino 1999, ritorna la tragica storia di Isabella, il “romanzo di una poetessa” come direbbe Gina Labriola.
Una storia di violenza e di morte che ha affascinato e continua ad affascinare tanti scrittori e viaggiatori, da Benedetto Croce a Dominique Fernandez, a De Mandiargues, solo per citarne alcuni, che sulle sue tracce hanno intrapreso il pellegrinaggio lucano fino all’antico borgo di Favale, dove si erge ancora, arroccato alle ultime propaggini del Pollino, il Castello dei Morra.
Tutto il romanzo ruota intorno al castello e all’isolamento della giovane figlia del barone in una plaga sperduta fuori dai centri di produzione artistica e letteraria del suo tempo. La storia è ambientata “nella Basilicata del 1500” scrive nella presentazione lo studioso Giovanni Caserta “dove si svolge la tragica vicenda di Isabella Morra, uccisa dai suoi fratelli per una presunta storia d’amore con il barone e poeta spagnolo don Diego Sandoval De Castro”. Ma il destino di Isabella con il suo esiguo canzoniere –10 sonetti e due canzoni- è ormai storia, una storia che ha affascinato l’immaginazione di Domenico Mancusi e che ha saputo farne una rappresentazione pensosa e tragica, intrisa di realismo e di poesia.
Sotto un cielo piccolo è un libro ben riuscito, stimolante, dall’intreccio letterario e dal fascino intellettuale, caratterizzato da quella finezza psicologica e di scrittura che oggi sono un genere difficile e raro
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