11 maggio 2008

Al di là della neve. Storie di Scampia di Rosario Esposito La Rossa

[percorsi -21]

Al di là della neve. Storie di Scampia.
Emozioni di un incontro

Questa recensione, inedita, è stata realizzata da Margherita Colangelo nel mese di dicembre 2008, dopo aver assistito alla presentazione del libro di Rosario Esposito La Rossa, Al di là della neve. Storie di Scampia, Napoli, Marotta & Cafiero, 2007, tenutasi a Potenza, presso il Teatro “Francesco Stabile” il 10 dicembre 2008. Margherita è attualmente specializzanda in Linguistica Filologia e Letteratura presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Basilicata (Rosa Piro)

Quando cerchiamo di fissare in un’immagine la volontà che spezza le catene dell’indifferenza e cerca di elevarsi da quella prigione che tanta parte dell’umanità ha costruito attorno ad essa, comincia a palesarsi la figura di Rosario Esposito La Rossa.
È strano come un incontro, dettato dalla presentazione del suo primo libro Al di là della neve. Storie di Scampia, abbia sconvolto non solo la vita di quanti si accingono a varcare l’uscio della maturità, ma anche coloro che, credendo di sentirsi avvezzi a storie di degrado e vessazione, si ritrovano a riflettere su molti problemi che affliggono le generazioni presenti e quelle che verranno.
Le parole di quel ragazzo, forse maturato troppo in fretta, risuonano ancora nella mente di quanti, assorti quasi in un’atmosfera da sogno, avrebbero trovato all’uscita dal teatro le luci della città in festa che si preparava al Natale, accompagnate dal lento, ma costante, ticchettio della pioggia, che scandiva i battiti irregolari di un cuore sempre più prossimo a proiettare al suo interno una nuova configurazione della realtà.
Già, perché ogni fragile illusione di conoscenza del mondo al di là delle nostre case, delle nostre piccole comunità si è sfaldata, generando un cumulo di detriti che si presentano come un difficile puzzle da ricomporre. Eppure di tasselli mancanti ce ne sono ancora tanti, sebbene l’attenzione per certi fatti di cronaca si sia fatta più viva negli ultimi anni.
Molti sono stati gli interventi nel corso della presentazione e ognuno di essi si è rivelato utile per scoprire una parte della personalità di Rosario, apparso non come una vittima che ha accettato la propria condizione di emarginato dalla società benpensante, la quale evita con ogni mezzo il confronto con l’altra faccia della comunità, ma come un giovane che, consapevole di avere al proprio arco poche frecce in grado di scagliarsi verso i bersagli più ambiti, si prodiga affinché ogni passo del suo cammino non sia vano, intravedendo nella sua opera un tentativo per scardinare le prese di posizione di quelle persone che lo hanno relegato a priori in una posizione di secondo rilievo.
Rosario, con il suo sforzo creativo, rappresenta tutta quella gente la cui voce è sopraffatta dal peso dell’ingiustizia e dell’impossibilità alla lotta.
Una delle accuse che gli è stata mossa è quella di non avere fiducia nelle istituzioni che operano sul territorio di Scampia, quali le forze dell’ordine, viste da lui come fagocitate dal sistema malato dell’illegalità e dunque incapaci di opporre una forte resistenza all’avanzata della Camorra, che pare offrire l’illusione di una vita più agiata a molti giovani, e la Chiesa, il cui impegno in favore del quartiere perde di importanza a causa dell’inettitudine a scendere in strada ed agire concretamente affinché tutte le attività da essa promosse risultino valide per chi ogni giorno calpesta un terreno minato.
È stato proprio questo punto della discussione a generare un animato confronto fra i presenti, e alla luce di tutte le storie che emergono dal torbido della droga e della vendita delle armi, non si può puntare il dito contro qualcuno che, pienamente addentro la propria condizione esistenziale, si sente lontano dai timidi tentativi da parte delle istituzioni di riportare un ordine ormai sconvolto dal continuo rigenerarsi di forze capaci di tacere la loro presenza e il loro controllo in molti centri. Ma per Rosario questo processo non è irreversibile, in quanto una forte volontà, unita ad una pronta azione volta a sancire il dissenso verso l’operato della camorra, possono consentire a ragazzi come lui, di dare una svolta decisiva non solo alla propria vita, ma anche a quella di un intero Stato.
A Rosario, studente iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza, preme, per sua stessa ammissione conoscere i propri diritti. Questa affermazione non si può pienamente comprendere se non si è udito il modo con cui l’ ha espressa e se non si è osservato lo sguardo attraverso cui comunicava le sue aspirazioni. Evidentemente il desiderio che anima Rosario è quello di non permettere più, come è accaduto nel caso di suo cugino, che persone cadute negli agguati di Camorra, benché ne fossero estranee, non vengano restituite immediatamente alle loro famiglie con la dignità che è propria di chi con quella “istituzione” non ha nulla da spartire.
Alla domanda che durante la serata della presentazione del libro gli è stata posta: C’è una sedia vuota accanto a te. Chi vorresti che vi fosse seduto?, Rosario ha risposto che lì, accanto a lui, avrebbe voluto avere suo cugino, e non i rappresentanti di quelle istituzioni che si cimentano ogni giorno con il tentativo di mantenere l’ordine pubblico.
Il corpo di suo cugino, un ragazzo morto durante l’ennesima lotta per la supremazia fra i clan, è stato restituito ai suoi cari dopo diversi giorni dalla sua morte e la sua estraneità ai fatti è stata dimostrata dopo molto tempo. Da questa tragica scomparsa Rosario ha deciso di prendere in mano la sua vita. Ha fondato un’associazione e ha creato un sito internet a cui tutte le persone in difficoltà possono rivolgersi. Il suo libro, inoltre, offre uno spaccato drammatico della vita di molti suoi coetanei che non trovano in se stessi lo stimolo per reagire alle ingiustizie cui sono sottoposti.
Il turbamento che scaturisce dalla lettura delle storie contenute in Al di là della neve non rimane una sensazione isolata perché ci spinge a interrogarci anche sulle nostre scelte. Anche se Scampia è geograficamente lontana dalla nostra città e dalla sua piccola provincia, le esperienze narrateci possono fungere da monito a tutta la nostra attività presente e futura. Rosario riesce a infondere in chi lo ascolta una sana fiducia nel domani, nonostante le tante brutture attorno a lui rischiano di sporcargli le ali, che, rinvigorite, può spiegare per raggiungere tutti i traguardi che si è prefissato.

Rosario Esposito La Rossa è nato a Napoli il 13 settembre 1988. Ha partecipato al progetto teatrale ARREVUOTO con lo spettacolo "La Pace!" debuttando al teatro Mercadante e al teatro Argentina di Roma. Ha fondato l'associazione VO.DI.SCA (Voci di Scampia) che da qualche anno opera sul quartiere.Questo è il suo primo libro.
by Margherita Colangelo

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